HEALTH DESIGN

Breve sintesi ragionata evento, nell’ambito di Torino verso una città accessibile,

HEALTH DESIGN. Spazi, arte e partecipazione per lo sviluppo del benessere e della salute

19 ottobre 17:00 – 19:30  A.O. Ordine Mauriziano – Aula Carle Largo Turati 62, Torino

Accingendomi a scrivere una breve sintesi che vuole essere anche una riflessione “personale” sui contenuti e i significati che hanno riguardato l’evento Health Design che ci hanno visto partecipare come gruppo salutearte (www.salutearte.it) in quanto relatori e organizzatori insieme ad altre realtà quali DoRS, non ho potuto fare a meno di ricordare il mio stupore e la mia meraviglia quando, passeggiando per le strade di Palermo, trovandomi nella stupenda piazza che ospita il teatro San Massimo, alzando gli occhi verso l’alto trovai questa scritta:

L’ARTE RINNOVA I POPOLI E NE RIVELA LA VITA.

VANO DELLE SCENE IL DILETTO OVE NON MIRI A PREPARAR L’AVVENIRE

Scritta che possiamo datare con certezza a fine 1800 ma che tuttora non è possibile attribuirne con certezza la paternità. Chiunque sia il suo autore, quella scritta racconta una visione che oggi, oltre duecento anni dopo, riconosciamo come elemento di novità culturale, sociale e artistico/teatrale e quindi generativa di best practice capaci di produrre processi partecipati in vista del cambiamento in termini di empowerment, benessere e salute.

Il seminario Health Design che ha visto un primo momento con la presentazione delle linee guida e delle raccomandazioni in ambito sanitario, (gli ospedali), e per la pubblica istruzione, (gli istituti scolastici) e gli spazi urbani con la progettazione del verde urbano e un momento successivo con la condivisione di cinque progetti, realizzati in ambito sanitario e scolastico, dicevo il seminario ha aperto e sviluppato una ampia riflessione circa una questione centrale e comune:

NOI ABITIAMO LUOGHI E SPAZI

MA QUEI LUOGHI E QUEGLI SPAZI ABITANO IN NOI

E SEMPRE, NEL BENE O NEL MALE, FANNO ACCADERE IN NOI QUALCOSA

La preziosa relazione sulle linee guida sull’umanizzazione dei luoghi di cura della prof.ssa Gabriella Peretti ci ha detto qualcosa di importante a riguardo: “guardate che questa frase non è solo una speranza o un auspicio poiché oggi ci sono evidenze scientifiche che ci dicono quanto e come lo spazio e i luoghi possono determinare il benessere e la salute di chi li abita…e se questo vale per gli ospedali, per i curati e i curanti, perché non dovrebbe valere anche per le scuole, per gli studenti e gli insegnanti? Illuminanti a questo proposito i contributi di Simonetta Lingua e Claudio Tortone di DoRS.

I cinque progetti che sono seguiti hanno detto una cosa importante: “guardate che a Torino abbiamo una ricchezza straordinaria in termini di capacità di realizzare e rendere fatti concreti linee guida e raccomandazioni, e questo con una varietà di soggetti, saperi, metodologie, risorse. Significativo inoltre che tutti e cinque i progetti presentati, se pur partendo da presupposti diversi, coinvolgendo professionalità, competenze e sensibilità diverse, dicevo tutti hanno utilizzato una metodologia progettuale partecipata, dove il progetto, le azioni, gli obiettivi sono stati condivisi con i destinatari stessi a partire da una prima azioni di mappatura di un “presunto” bisogno. Questo rappresenta un valore e una eccellenza della nostra città in termini culturali per la promozione del benessere e della salute.

I due progetti in ambito scolastico ci hanno detto che è possibile rivalorizzare e risignificare i luoghi e gli spazi dell’apprendimento, che il primo libro di scuola per i nostri figli, non è un libro di carta, ma l’edificio scolastico stesso quale spazio e luogo dove le relazioni fra le persone sono possibili e migliori anche a partire dalla qualità dei luoghi che le stimolano e le facilitano e che questo rappresenta un elemento culturale importante capace di produrre benessere e salute per gli studenti e gli insegnanti.

I progetti in ambito ospedaliero hanno dimostrato come le linee guida (Peretti) non sono solo teoria ma in alcuni ospedali (Ospedale Martini di via Tofane) sono il punto di partenza per la riprogettazione degli spazi della cura. Il progetto Umanizzazione dei luoghi di cura. Costruire luoghi e spazi di ben-essere per curati e curanti dell’A. O. Ordine Mauriziano (gruppo salutearte) ha introdotto un elemento nuovo, quello artistico, in particolare la metodologia di teatro sociale e di comunità (best practice europea) nella costruzione di percorsi artistici condivisi da un gruppo di professionisti sanitari che si trovano a riflettere sulla condizione di fragilità del ruolo del curante quale elemento di partenza per riprogettare i luoghi e gli spazi del proprio lavoro in termini di benessere e salute per i professionisti certo ma anche e soprattutto per i pazienti. Il progetto ha riportato al centro il fattore umano della cura in sanità a partire dalla costruzione di una nuova scena della cura (ri-progettando il corridoio di ingresso alle sale operatorie) coinvolgendo l’intera comunità aziendale, il mondo delle associazioni cittadine, le istituzioni e la politica locale, dimostrando che fare rete e possibile e generatrice di valore per tutti, trasformando i luoghi della cura in luoghi e spazi capaci di curare. Un cambio di paradigma fecondo sostenuto da evidenze scientifiche. Infine sulla stessa linea lo straordinario lavoro e progetto presentato da Catterina Seia di Fondazione Medicina a Misura di Donna, progetto condotto presso l’ospedale ostetrico/ginecologico Sant’Anna di Torino, in collaborazione col Dipartimento di Educazione del Castello di Rivoli, che data ormai da quasi dieci anni di lavoro continuo dove l’arte grafica la fa da protagonista nel processo di ri-significazione di spazi e luoghi della cura trasformati, con azioni di arte partecipata e condivisa col personale sanitario, con le associazioni, i volontari e gli artisti, in spazi capaci di curare e dove non è inusuale ascoltare le note di brani musicali per i corridoi e le sale di aspetto o i reparti di degenza: l’arte che cura, curare con l’arte.

Infine prezioso il contributo e la presenza della prof.ssa Norma De Piccoli (Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino) che ha moderato e animato il seminario con riflessioni assai stimolanti con una particolare attenzione a mettere in luce i processi partecipativi e gli elementi significativi e comuni ai diversi contributi al seminario, prezioso tra l’altro, quale elemento culturale pertinente al tema del seminario, dà sottolineare la traduzione, della De Piccoli in collaborazione con C. Tortone (DoRS), del testo Empowerment e Sanità Pubblica di Glenn Laverack.

Una ultima riflessione va fatta circa il valore simbolico che assume il fatto che questo evento sia stato ospitato all’interno di un’azienda ospedaliera della città, che apre le sue porte a un evento culturale significativo anche in termini di accessibilità culturale in vista della promozione del benessere e della salute. Di questo ringraziamo il Direttore Generale dell’A.O. Ordine Mauriziano, Maurizio Dall’Acqua.

Auspicio dei partecipanti al seminario in una proiezione verso il domani e che la politica, presente e interessata all’evento con l’assessora alla Cultura del Comune di Torino: Francesca Leon e l’assessore alla Sanità: Antonio Saitta, Regione Piemonte, colga questa straordinaria opportunità per valorizzare tanta e tale ricchezza culturale, artistica, progettuale del nostro territorio, ricchezza non fine a se stessa ma capace di produrre empowerment, benessere e salute per i cittadini in termini molto concreti testimoniati dai progetti innovativi qui condivisi; dicevo che la politica colga questa occasione per trasformarla in policy, in politiche con lo scopo di sostenere, valorizzare reti virtuose e partneship che veda tavoli di confronto e di co-progettazione con i decisori. Crediamo che ciò sia non solo auspicabile ma concretamente possibile a partire anche da domani stesso forti della consapevolezza di operare all’interno di evidenze ormai a disposizione di tutti: professionisti, operatori, realtà associative, decisori.

 

Personalmente chiediamo alla politica un atto di coraggio a sostenere il manifesto “politico” che quella frase scritta più di duecento anni fa rappresenta in termini di possibile sviluppo e innovazione, di investimenti in politiche capaci di generare un nuovo welfare e una nuova ricchezza per tutti, una vera e propria visione del mondo dove la creazione di “bellezza” e anche creazione di “ricchezza”.

 

pino fiumanò a nome del gruppo salutearte

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